Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

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Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni
Archidioecesis Brundusina-Ostunensis
Chiesa latina
1200px-Cathédrale de Brindisi.JPG
arcivescovo Giovanni Intini
Sede Brindisi
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Lecce
Regione ecclesiastica Puglia
Arcidiocesi di Brindisi - Ostuni.png
Mappa della diocesi
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Italia
Parrocchie 59
Sacerdoti 152 di cui 119 secolari e 33 regolari
1.747 battezzati per sacerdote
66 religiosi 141 religiose 13 diaconi
289.900 abitanti in 1.253 km²
265.560 battezzati (98,4%% del totale)
Eretta IV secolo
Rito romano
Indirizzo

Piazza Duomo 12, 72100 Brindisi, Italia

tel. +390831523053 fax. 0831.52.83.15 @
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2018 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica


La facciata della Concattedrale di Ostuni
Facciata della Basilica Santa Maria della Vittoria, San Vito dei Normanni
Esempio di Barocco leccese: la Chiesa di San Giovanni, San Vito dei Normanni
Cripta Madonna della Favana, Veglie
La Chiesa Madre, Guagnano
Papa Benedetto XVI durante la Celebrazione eucaristica a Brindisi con i paramenti donati dall'arcidiocesi

L'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni (in latino: Archidioecesis Brundusina-Ostunensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Lecce e appartenente alla regione ecclesiastica Puglia.

Territorio

La diocesi si estende sul territorio amministrativo di tre province: Bari, Brindisi e Lecce. Essa infatti comprende le città di Brindisi, Ostuni, Mesagne, Locorotondo, Carovigno, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Cellino San Marco, Guagnano, Leverano, Salice Salentino, San Donaci, San Pancrazio Salentino, Veglie.

Sede arcivescovile è la città di Brindisi, dove si trova la Cattedrale della Visitazione e San Giovanni Battista. A Ostuni sorge la Concattedrale di Santa Maria dell'Assunzione.

Storia

La diocesi di Brindisi fu eretta nel IV secolo. Il primo vescovo fu san Leucio.

In seguito alla distruzione della città ad opera dei longobardi (668-677) o meno probabilmente in seguito alla distruzione operata dai saraceni nel X secolo, i vescovi stabilirono la propria residenza ad Oria. Fu in questo secolo che fu stabilita la diocesi di Ostuni, dapprima unita alla diocesi di Monopoli e probabilmente erede dell'antica diocesi di Egnazia. Sempre nel X secolo o in quello successivo che la sede di Brindisi fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana. Già nel 1010 comunque Brindisi aveva due suffraganee: Ostuni e Monopoli.

Nel 1591 Oria ritornò sede diocesana, recuperando però solo parte dell'antico territorio in quanto ben cinque comuni furono assegnati alla diocesi brindisina che altrimenti sarebbe stata troppo piccola.

Sul finire del XVIII secolo Ostuni risentiva delle tensioni fra la Santa Sede e il Regno di Napoli, che avranno termine con un'intesa del 1791 con la quale il vescovo di Ostuni diventava di nomina regia. Tuttavia, la sede di Ostuni fu vacante già dal 1794 e il 27 giugno 1818 fu soppressa e unita all'arcidiocesi di Brindisi. Ma già il 14 maggio 1821 la sede di Ostuni venne ripristinata da papa Pio VII con la bolla De utiliori e l'unione con l'arcidiocesi di Brindisi era in persona episcopi: l'arcivescovo di Brindisi era anche amministratore apostolico della diocesi di Ostuni.

Il 20 ottobre 1980 l'arcidiocesi di Brindisi e la diocesi di Ostuni divennero suffraganee dell'arcidiocesi di Lecce.

Il 30 settembre 1986, con decreto della Congregazione per i Vescovi, l'arcidiocesi di Brindisi e la diocesi di Ostuni furono unite plena unione nell'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. La nuova diocesi fu riconosciuta civilmente il 20 ottobre 1986, con decreto del Ministero dell'Interno.

L'arcidiocesi ha vissuto la visita pastorale di Benedetto XVI il 14 e il 15 giugno 2008.

Cronotassi dei vescovi

Vescovi e arcivescovi di Brindisi

Vescovi di Ostuni

Arcivescovi di Brindisi-Ostuni

San Leucio, primo vescovo

San Leucio, è, si direbbe, alle origini dell'esperienza cristiana nel Salento. Buona parte delle sedi episcopali di Terra d'Otranto lo esige, pur con palesi anacronismi, quale protagonista delle rispettive leggende di fondazione quasi a significare l'originario rapporto di filiazione con la cattedra di Brindisi, nei primi secoli primaziale nella regione. Le vicende del santo sono trasmesse dalla Vita Leucii che, quale testo agiografico, è letteratura di edificazione spirituale utilizzabile solo con molta cautela quale fonte storica. Come altre vite di santi, eliminati i topoi comuni a questo tipo di documento, può utilizzarsi, in particolare, per i riferimenti alla topografia della città, Brindisi in questo caso, e dei suoi edifici di culto.

La diffusione del culto di san Leucio in Italia meridionale si ebbe in coincidenza con la conversione ufficiale dei Longobardi del ducato di Benevento, in cui Brindisi fu compresa dal tardo VII secolo alla prima metà del IX secolo, al Cristianesimo ad opera di San Barbato (morto nel 680) e della duchessa Teoderada (morta nel 706). È in questo periodo che il corpo di Leucio, il cui martyrium come informa Gregorio Magno già nel VI secolo è meta di intensi pellegrinaggi, è traslato da Brindisi a Trani, per essere riposto nel sacello che è sotto la Cattedrale, da dove, in seguito, sarebbe stato trasferito a Benevento centro del culto dei santi appartenenti all'Italia meridionale o in essa venerati.

Il culto del santo si diffuse molto per tempo in tutta la regione, raggiungendo anche Roma ove era un monastero sotto il suo titolo già nel VI secolo. Ha avuto e ha venerazione a Benevento, Caserta, Capua e negli Abruzzi. In Atessa gli è dedicata la chiesa episcopale. Vi si conserva un fossile cui è legata una leggenda leuciana. Il vescovo di Brindisi avrebbe ucciso un drago che da tempo terrorizzava la popolazione e a testimonianza della sua opera ne avrebbe donato loro la costola. Ne sarebbe seguita la sua proclamazione a protettore della città e l'erezione in suo onore della Cattedrale tra i due colli di Ate e Tixa, i primitivi rioni di San Michele e Santa Croce, là dove dimorava il drago.

Nella basilica cattedrale di Brindisi gli fu dedicato nel 1771 l'altare che chiude la navata sinistra, ove è rappresentato in una tela dipinta da Oronzo Tiso (1726-1800). Vi si conserva la reliquia del braccio, ottenuta dal vescovo Teodosio, nel IX secolo, perché fosse riposta nella grande basilica eretta allora, dove era stato il martyrium, ad onore del santo.

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2018 su una popolazione di 269.900 persone contava 265.500 battezzati, corrispondenti al 98,4% del totale.


Note
  1. Per la data di morte vedi L. Pepe, Memorie storico-diplomatiche della Chiesa vescovile di Ostuni, 1891, p. 195
  2. Vedi L'Ami de la Religion, t. 145, Parigi 1850
  3. Per la data di morte vedi [1]
Fonti


Voci correlate
Collegamenti esterni