Papa Formoso

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Formoso
Papa
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Maestranze romane, Ritratto di papa Formoso (1850 ca.), mosaico; Roma, Basilica di San Paolo fuori le Mura
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 80 anni
Nascita Ostia
816 ca.
Morte Roma
4 aprile 896
Sepoltura Città del Vaticano, Basilica di San Pietro
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
prima dell'elezione
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Scomunicato da
Riammesso da da
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
111° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
settembre 891
Consacrazione 6 ottobre 891
Fine del
pontificato
4 aprile 896
(per decesso)
Durata del
pontificato
4 anni, 5 mesi e 29 giorni
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore Stefano V
Successore Bonifacio VI
Extra Anni di pontificato


Cardinali 12 creazioni in 3 concistori
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da {{{venerato da}}}
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
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Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
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Altre ricorrenze
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Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Formoso (Ostia, 816 ca.; † Roma, 4 aprile 896) è stato il 111° vescovo di Roma e papa italiano dall'891 alla sua morte.

Biografia

Nacque attorno all'816, probabilmente a Roma. Divenne vescovo-cardinale di Porto nell'864. Intraprese missioni diplomatiche in Bulgaria (866) e Francia (869 e 872), dove persuase Carlo il Calvo, re di Francia, a farsi incoronare dal papa.

Già nell'872 era stato candidato alla sede papale, ma a causa di complicazioni politiche lasciò Roma e la corte di papa Giovanni VIII nell'876. Giovanni riunì un primo concilio, che intimò a Formoso di fare ritorno a Roma pena la scomunica, e poco dopo un secondo concilio condannò il fuggitivo in contumacia per aver ambito all'arcivescovado di Bulgaria, allo scranno papale, per essersi opposto all'imperatore ed aver abbandonato la sua diocesi senza il permesso del pontefice, aver rovinato i conventi di Roma, prestato servizio divino nonostante l'interdizione e aver cospirato con uomini e donne indegne per la distruzione della sede papale. La condanna di Formoso e di altri venne annunciata nel luglio dell'876. Nell'878 la sentenza di scomunica venne ritirata, dopo che egli ebbe promesso di non fare mai più ritorno a Roma e di non esercitare mai più le sue funzioni sacerdotali.

Il successore di Giovanni, papa Marino I, nell'883 lo reinsediò nella diocesi di Porto. Successivamente ai pontificati di Marino, Adriano III (884-885), e Stefano V (885-891), Formoso venne eletto papa il 6 ottobre 891.

Formoso fu costretto ad incoronare Lamberto di Spoleto, figlio del duca Guido II di Spoleto imperatore del Sacro Romano Impero nell'aprile 892. Quel periodo fu caratterizzato da altre importanti questioni: a Costantinopoli il patriarca Fozio era stato espulso e ne aveva preso il posto il vescovo Stefano I, figlio dell'Imperatore Basilio I. Ci fu una discussione tra gli arcivescovi di Colonia e Amburgo, riguardo il vescovato di Brema. Nella contesa tra Oddone, conte di Parigi e Carlo il Semplice, per la Corona francese, il papa si schierò con Carlo.

Formoso persuase Arnulfo di Carinzia ad avanzare su Roma e liberare l'Italia. Nell'894 Arnulfo soggiogò tutta la parte a nord del Po. Guido morì nel dicembre, lasciando il figlio Lamberto a prendersi cura della madre Ageltrude, un'avversaria dei Carolingi. Nell'autunno dell'895 Arnulfo intraprese la sua seconda campagna italiana, e nell'896 venne incoronato dal papa a Roma. Il nuovo imperatore si mosse contro Spoleto, ma venne colpito da una paralisi mentre era in marcia e non fu in grado di continuare la campagna.

Nell'aprile dell'896 Formoso morì. Gli successe papa Bonifacio VI.

Dopo la morte

Jean Paul Laurens, Sinodo del cadavere (1870), olio su tela; Nantes (Francia), Musée des Beaux-Arts

Papa Stefano VI, il successore di Bonifacio, influenzato da Lamberto ed Ageltrude processò Formoso nell'897, in quello che venne chiamato il Sinodo del cadavere. Il cadavere di Formoso venne dissotterrato, vestito dei paramenti pontifici e collocato su un trono per rispondere a tutte le accuse che erano state avanzate da Giovanni VIII. Il verdetto stabilì che il deceduto era stato indegno del pontificato. Il defunto papa fu accusato di ambizione smodata per l’ufficio di pontefice e tutti i suoi atti e le sue misure vennero annullati, e gli ordini da lui conferiti vennero dichiarati non validi. Le vesti papali gli vennero strappate di dosso, le tre dita della mano destra, usate dal papa per le benedizioni, gli vennero tagliate e il cadavere infine fu gettato nel Tevere. Il cadavere percorse, per tre giorni, venti miglia trascinato dalla corrente del fiume, fino a arenarsi su una sponda presso Ostia ove il cadavere fu riconosciuto da un monaco (si dice indirizzato lì da una visione del defunto pontefice)[1] per quello di Formoso e nascosto dai suoi fedeli finché era vivo Papa Stefano; dopo la morte di Stefano e la deposizione del successore Romano, il corpo nascosto venne inumato, per la seconda volta, nella Basilica di San Pietro, per volere di Teodoro II, che lo avrebbe posto tra le tombe degli apostoli con una pomposa cerimonia. Ulteriori processi contro persone decedute vennero vietati.

In seguito papa Sergio III (904-911) riapprovò le decisioni contro Formoso, chiedendo nuovamente la consacrazione dei vescovi consacrati da Formoso. Poiché però nel corso della loro attività essi avevano conferito l'ordine a molti altri ecclesiastici, ciò causò una grande confusione. Successivamente la validità dell'operato di Formoso venne riabilitato.


Predecessore: Papa Successore: Emblem of the Papacy SE.svg
papa Stefano V 6 ottobre 891 - 4 aprile 896 papa Bonifacio VI I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
papa Stefano V {{{data}}} papa Bonifacio VI
Note
Fonti
Bibliografia
  • Jean-Marie Sansterre, Formoso, in Enciclopedia dei Papi, II, Roma, 2000, pp. 41-47, online.
Voci correlate
Collegamenti esterni