Papa Evaristo

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Sant'Evaristo
Papa · Martire
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Sandro Botticelli, Sant'Evaristo papa (1481 - 1482), affresco; Città del Vaticano, Cappella Sistina
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte anni
Nascita Betlemme
Morte Roma
27 ottobre 108
Sepoltura Necropoli vaticana
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
vescovo di Roma
Elezione
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Fine del
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108
(per decesso)
Durata del
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9 o 12 anni
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Predecessore Clemente I
Successore Alessandro I
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Ricorrenza 27 ottobre
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Consorte

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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 27 ottobre, n. 1:
« A Roma, sant'Evaristo, papa, che resse la Chiesa di Roma per quarto dopo il beato Pietro, sotto l'imperatore Traiano. »

Sant'Evaristo (lat. Euaristus; Betlemme; † Roma, 27 ottobre 108) è stato il 5º vescovo di Roma e papa ebreo a partire dal 99 (o 96) fino alla morte avvenuta per martirio. Nel Catalogo liberiano il suo nome è riportato come Aristo.

Biografia

Nelle liste di papi del II secolo usate da Ireneo[1] e Ippolito, Evaristo compare come quarto successore di san Pietro, immediatamente dopo Clemente. Le fonti storiche più antiche non ci offrono notizie attendibili su di lui: nella sua Historia ecclesiastica, Eusebio dice soltanto che egli succedette a Clemente e data il suo episcopato dal 99[2] al 108, per un totale di otto o nove anni[3]. Secondo il Catalogo liberiano, il suo episcopato sarebbe durato dal 96 al 108, per un totale di tredici anni, sette mesi e due giorni. Il Liber pontificalis riprende queste date ma, contraddittoriamente, attribuisce al pontificato di Evaristo la durata di nove anni, dieci mesi e due giorni.

Il Liber pontificalis ci fornisce anche alcune notizie sulla biografia di Evaristo: questi sarebbe nato in Grecia da un ebreo betlemmita di nome Giuda. Gli è anche attribuita l'assegnazione ai presbiteri romani di chiese definite tituli e l'ordinazione di sette diaconi "qui custodirent episcopum praedicantem, propter stilum ueritatis". Dopo aver ordinato quindici vescovi, diciassette presbiteri e due diaconi, avrebbe anche subito il martirio.

In generale, nessuna di queste affermazioni è storicamente attendibile. L'assegnazione dei tituli ai presbiteri può essere messa in relazione con la notizia, riportata dallo stesso Liber, secondo cui Cleto avrebbe ordinato venticinque presbiteri, "probabilmente in relazione all'esistenza di venticinque tituli romani con funzioni parrocchiali, situazione verosimile agli inizi del VI secolo"[4].

Di significato incerto è l'espressione con cui il Liber indica la funzione dei sette diaconi ordinati da Evaristo: secondo Duchesne, nel passo in questione il verbo praedicare indicherebbe la recita del prefazio della Messa e del canone; i diaconi avrebbero quindi avuto il compito di garantire l'esattezza delle formule usate dal vescovo in questo contesto liturgico.

Sepoltura e culto

Tra le notizia del Liber ponticalis, la più affidabile è quella secondo cui Evaristo fu sepolto nella Necropoli vaticana, presso la tomba di san Pietro. Tale sepoltura sarebbe avvenuta il 27 ottobre, data in cui oggi ricorre la sua memoria.

Il nome di Evaristo compare nel Martyrologium Hieronymianum alla data del 23 dicembre, in una lista di vescovi di Roma; il Martyrologium di Adone, invece, pone la sua commemorazione al 27 ottobre. La data del 26 ottobre, inizialmente fissata nel Martyrologium Romanum, fu espunta dal Calendarium Romanum del 1969, dal momento che si ignora la data della morte di Evaristo, il cui martirio, tra l'altro, è molto dubbio.

Scritti apocrifi

Lo Pseudo-Isidoro attribuisce a Evaristo due decretali e quattro epistole, sicuramente non autentiche.


Predecessore: Papa Successore: Emblem of the Papacy SE.svg
Clemente I 97 - 26 ottobre 105 Alessandro I I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Clemente I {{{data}}} Alessandro I
Note
  1. Adversus haereses III, 3, 3
  2. Historia ecclesiastica III, 34; cfr. Chronicon, ad a. 99
  3. Rispettivamente, otto in Historia ecclesiastica IV, 1 e nove in Chronicon, ad a. 108
  4. Francesco Scorza Barcellona (2000).
Fonti
Bibliografia
Voci correlate