Papa Dionisio
San Dionisio Papa | |
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Santo | |
Cima da Conegliano, San Dionisio papa (part. da Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Dioniso papa e san Vittore), 1489, tavola; Feltre, Museo Civico | |
Morte | 26 dicembre 268 |
Sepoltura | Roma, Catacomba di San Callisto |
Informazioni sul papato | |
25° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
22 luglio 259 |
Fine del pontificato |
26 dicembre 268 (per decesso) |
Durata del pontificato |
9 anni, 5 mesi e 4 giorni |
Predecessore | Papa Sisto II |
Successore | Papa Felice I |
Extra | Papa Dionisio Anni di pontificato |
Cardinali | creazioni |
Ricorrenza | 26 dicembre |
Altre ricorrenze | nel Rito Ambrosiano il 25 maggio |
Collegamenti esterni | |
(EN) Scheda su gcatholic.org Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 26 dicembre, n. 2 (nel Rito Ambrosiano il 25 maggio):
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San Dionisio o Dionigi († 26 dicembre 268) è stato il 25º vescovo di Roma e papa di nazionalità incerta dal 22 luglio 259 alla sua morte. La Chiesa lo venera come santo.
Biografia
Forse nacque a Terranova da Sibari, in Magna Grecia, ma la notizia non è stata verificata. Durante il pontificato di papa Stefano I (254-257) sembra che Dionisio fosse un presbitero della Chiesa di Roma e come tale prese parte nella controversia sulla validità del battesimo dei lapsi. Questo fatto spinse Dionisio, Patriarca di Alessandria d'Egitto, a scrivergli una lettera sull'argomento, nella quale viene descritto come uomo eccellente e dotto (Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica, VII, 7).
In seguito, durante il pontificato di Papa Sisto II (257-258), lo stesso vescovo di Alessandria, Dionisio gli indirizzò una lettera riguardo a un certo Luciano (ibidem, VII, 9); chi fosse questo Luciano non è noto. Dopo il martirio di Papa Sisto II (6 agosto 258) la sede di Roma rimase vacante per quasi un anno a causa della violenza della persecuzione che rendeva impossibile eleggere un nuovo capo. A Dionisio, che fu elevato all'ufficio di vescovo di Roma solo quando la persecuzione iniziò a calmarsi (22 luglio 259), toccò il compito di riorganizzarne la chiesa, che era caduta in grave disordine. Alcuni mesi più tardi l'imperatore Gallieno pubblicò il suo editto di tolleranza che fece terminare la persecuzione e diede un assetto legale alla Chiesa (Eusebio, Historia ecclesiastica, VII, 13). In questo modo, la Chiesa di Roma rientrò in possesso dei suoi luoghi di culto, dei suoi cimiteri e delle altre proprietà e Dionisio fu in grado di rimettere ordine nella sua amministrazione.
Intorno al 260, Dionisio vescovo di Alessandria, scrisse una lettera ad Ammonio ed Eufrano contro il Sabellianismo, nella quale non si espresse con esattezza sul Logos e sulla sua relazione con Dio Padre. Per questo motivo venne accusato di fronte a papa Dionisio, che convocò il Concilio di Roma (261) per discutere sulla materia. Il papa pubblicò, a nome e del concilio, un'importante lettera dottrinale in cui, per prima cosa, la dottrina erronea di Sabellio fu nuovamente condannata, e, poi, furono rifiutate le false opinioni di coloro che, come i Marcioniti, in maniera simile separavano la Trinità in tre esseri completamente distinti o che consideravano il Figlio di Dio come un essere creato, mentre le Sacre scritture lo dichiaravano essere stato generato. Insieme a questa epistola dottrinale papa Dionisio spedì un'altra lettera al vescovo di Alessandria nella quale questi veniva convocato per spiegare il suo punto di vista. Cosa che Dionisio di Alessandria fece con il suo "Apologia" (Sant'Atanasio di Alessandria, De sententia Dionysii, V, 13, De decretis Nicaenae synodi, XXVI).
Seguendo le antiche tradizioni della Chiesa romana Dionisio estese le sue cure anche ai fedeli di terre distanti. Quando i Cristiani di Cappadocia erano in grande angoscia per le incursioni dei Goti, il papa indirizzò una lettera consolatoria alla Chiesa di Cesarea in Cappadocia e spedì una grande somma di denaro per riscattare i Cristiani che erano stati presi in ostaggio (San Basilio Magno, Epistole lxx, ed. Garnier). Anche il Sinodo di Antiochia che depose Paolo di Samosata inviò una lettera a papa Dionisio e a Massimo, vescovo di Alessandria, per renderli edotti sui suoi lavori (Eusebio, Historia ecclesiastica, VII, 30).
Dionisio fu il primo papa a non essere indicato come martire. Morì il 26 dicembre 268. Dopo la sua morte fu sepolto nella cripta papale delle catacombe di Callisto.
Culto
Nell'iconografia viene ritratto in abiti papali con in mano un libro.
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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papa Sisto II | 22 luglio 259 - 26 dicembre 268 | papa Felice I |
Fonti | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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