Papa Stefano (eletto)
Stefano (II) Papa | |
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Ritratto di papa Stefano II[1] | |
Nascita | Roma |
Morte | Roma 26 marzo 752 |
Informazioni sul papato | |
vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
22 marzo 752 |
Fine del pontificato |
26 marzo 752 (per causa incerta o sconosciuta) |
Durata del pontificato |
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Predecessore | papa Zaccaria |
Successore | papa Stefano II |
Extra | Anni di pontificato |
Cardinali | creazioni |
Collegamenti esterni | |
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Stefano (II) (Roma; † Roma, 26 marzo 752) è l'unico vescovo di Roma e papa italiano eletto e non considerato nella lista dei papi della Chiesa a causa della sua mancata consacrazione: per questo la numerazione dei suoi successori riprende talvolta con lo stesso nome e numero. Eletto nel marzo 752 è morto quattro giorni dopo, prima di essere consacrato.
Biografia
Stefano era un anziano presbitero romano. Era uno dei 22 cardinali creati da papa Zaccaria: Stefano dal 745 era cardinale presbitero[2] col titolo della chiesa di San Crisogono[3].
Fu eletto Papa all'unanimità la notte del 22 marzo 752, pochi giorni dopo la morte di Zaccaria o la notte stessa[4], anche se si considera come inizio del pontificato il giorno 23. Debitamente insediato nel palazzo del Laterano, poté prendere immediatamente possesso della cattedra di San Pietro, perché non si attendeva il consenso di alcun sovrano. Tre giorni dopo (25 marzo), mentre sbrigava alcune faccende domestiche, ebbe un ictus, e il giorno seguente (26 marzo) morì, prima d'esser consacrato vescovo e incoronato Papa.
Essendo morto il quarto giorno dopo l'elezione al pontificato, non ha lasciato importanti ricordi di sé; il suo pontificato, tra l'altro non ancora iniziato, di soli quattro giorni, è di sicuro il più breve della storia.
Sebbene non abbia lasciato importanti ricordi di sé come pontefice, egli risulta essere tra i 17 presbiteri[5] firmatari a un concilio tenutosi a Roma e conosciuto come Concilium Romanorum II nell'ottobre 745. Tra i firmatari vi sono altri due Stefano: uno col titolo della chiesa di San Marco e l'altro del titolo di titolo della chiesa di Sant'Eusebio. Uno dei due potrebbe essere il successore alla sua morte; tale concilio fu presieduto da papa Zaccaria nella basilica di San Teodoro, all'interno del Patriarchio Lateranense e condannò gli insegnamenti eretici e scismatici dei presbiteri Adalberto e Clemente, la cui giurisdizione civile e religiosa ricadeva, rispettivamente, su Childerico III re dei Franchi e sul vescovo Bonifacio[6].
Fonti
Il Liber Pontificalis menziona Stefano brevemente e non lo considera papa, non lo vede come successore di papa Zaccaria e predecessore di papa Stefano II; allo stesso modo si comportano tutte le fonti contemporanee.
Alcuni compilatori dell'elenco papale ancora oggi non lo contano come tale, escludendolo dal conteggio dei Papi di nome Stefano, dato che allora era la consacrazione, non l'elezione, che faceva il Papa. Poteva essere eletto anche un laico, che però subito dopo l'elezione doveva essere consacrato vescovo e Stefano non era ancora cardinale vescovo, ma cardinale presbitero: in fin dei conti, un semplice presbitero con un Titulus, ovvero un titolo cardinalizio.
All'epoca, infatti, per divenire Papa, bisogna avere due requisiti fondamentali:
- Essere vescovo della Diocesi di Roma e non di altre, o prima dell'elezione o dopo di essa;
- Ricevere la consacrazione a Papa (il papato era considerato un ordine a parte come il vescovato, per il quale occorre la consacrazione tutt'oggi) e l'incoronazione nella cerimonia di rito[7].
Stefano, morendo dopo soli quattro giorni, non rispettò alcuno dei due requisiti fondamentali e il tedesco Frederic de Lorrain (anche lui, come Stefano, cardinale di San Crisogono), trecentosei anni dopo, si chiamò Stephanus Papa Nonus anziché Stephanus Papa Decimus e nessuno dei contemporanei giudicò errato ciò, conoscendo tutti la storia di Stefano Eletto.
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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papa Zaccaria | - | papa Stefano II |
Note | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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