Papa Sisto II

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San Sisto II
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Sandro Botticelli, San Sisto II papa (1481 - 1482), affresco; Città del Vaticano, Cappella Sistina
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita Grecia
Morte Roma
6 agosto 258
Sepoltura Città del Vaticano, Basilica di San Pietro
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Riammesso da
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Incarichi ricoperti
prima dell'elezione
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
24° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
30 agosto 257
Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
6 agosto 258
(per decesso)
Durata del
pontificato
11 mesi e 7 giorni
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore papa Stefano I
Successore papa Dionisio
Extra Papa Sisto II
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
Ricorrenza 7 agosto
Altre ricorrenze
Santuario principale {{{santuario principale}}}
Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
Motto reale {{{motto reale}}}
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
Firma autografa
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{{{Festività}}}
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 7 agosto, n. 1:
« Santi Sisto II, Papa, e compagni, martiri. Il Papa Sisto, mentre celebrava i sacri misteri insegnando ai fratelli i precetti divini, per ordine dell'imperatore Valeriano, fu subito arrestato dai soldati sopraggiunti e decapitato il 6 agosto; con lui subirono il martirio quattro diaconi, deposti insieme al pontefice a Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Nello stesso giorno anche i santi Agàpito e Felicissimo, suoi diaconi, morirono nel cimitero di Pretestato, dove furono pure sepolti. »

6 agosto, n. 2, ricorrenza secondaria:

« A Roma sulla via Appia nel cimitero di Callisto, passione di san Sisto II, papa e dei suoi compagni, la cui memoria si celebra domani. »

San Sisto II (Grecia; † Roma, 6 agosto 258) è stato il 24° vescovo di Roma e papa greco. La Chiesa cattolica e quella ortodossa lo venerano come santo. Il suo pontificato durò undici mesi, dal 31 agosto 257 alla morte..

Biografia

Le origini di questo papa sono ignote e della sua vita prima dell'elezione è conosciuto solo ciò che riporta il Liber Pontificalis e cioè che fosse greco. Tale affermazione, però, è probabilmente erronea. Essa derivò dalla falsa convinzione che il papa fosse il filosofo greco autore delle Sententiae, una raccolta di 451 proverbi scritta dal filosofo neopitagorico Sesto, ma tradotta in latino da Rufino Turranio (345-411) e diffusa erroneamente sotto il nome di Sisto. Sisto succedette al suo predecessore, papa Stefano I, il 31 agosto 257.

Durante il pontificato di quest'ultimo, era sorta una violenta disputa tra la Chiesa di Roma, le Chiese africane ed asiatiche, riguardo al battesimo dei lapsi che volevano rientrare in seno alla Chiesa e che aveva rischiato di finire in una completa rottura tra Roma e le altre Chiese. A Sisto II, che Ponzio (Vita Cypriani, capitolo XIV) definiva "sacerdote buono e pacifico" (bonus et pacificus sacerdos), e che era più conciliante di Stefano I, va il merito di aver riportato la pace all'interno del mondo cristiano ripristinando le relazioni con queste Chiese. Tuttavia, come il suo predecessore, incentivò l'uso romano di non ribattezzare i lapsi, ma di ungerli semplicemente col crisma.

Poco prima del pontificato di Sisto II, l'imperatore Valeriano pubblicò il suo primo editto di persecuzione, con il quale obbligava i cristiani a partecipare al culto nazionale degli dei pagani e gli impediva di riunirsi nei cimiteri, minacciando con l'esilio o la morte chiunque fosse stato trovato a disubbidire l'ordine. Comunque, Sisto II riuscì a compiere le sue funzioni di pastore dei cristiani senza subire interferenze da coloro che dovevano far rispettare l'editto imperiale. Ma nei primi giorni di agosto del 258, l'imperatore pubblicò un nuovo editto di persecuzione, il cui contenuto è desunto da una lettera di san Cipriano di Cartagine a Successo, vescovo di Abbir Germaniciana (Epistole, l, XXX), e che causò la morte di Sisto.

Il martirio

Ambito romano, Decapitazione di papa Sisto II (XVII secolo), olio su tela[1]

Cipriano iniziava:

« L'imperatore Valeriano ha spedito al senato il suo rescritto col quale ha deciso che vescovi, sacerdoti e diaconi siano subito messi a morte... »

(episcopi et presbyteri et diacones incontinenti animadvertantur).

Sisto II fu uno dei primi a cadere vittima di questo editto (Xistum in cimiterio animadversum sciatis VIII. id. Augusti et cum eo diacones quattuor - Cipriano, Epistole l XXX).

Cipriano continuava dicendo:

« Vi comunico che Sisto ha subito il martirio con quattro diaconi il 6 agosto, mentre si trovava nella zona del cimitero. Le autorità di Roma hanno come norma che quanti vengono denunciati quali cristiani, debbano essere giustiziati e subire la confisca dei beni a beneficio dell'erario imperiale[2]»

Per eludere la vigilanza degli imperiali Sisto, il 6 agosto, riunì i fedeli in uno dei cimiteri meno conosciuti, quello di Pretestato, sul lato sinistro della Via Appia, quasi di fronte a quello di papa Callisto I.

Mentre era seduto sulla sua sedia in procinto di parlare all'assemblea, fu catturato da un manipolo di soldati. Ci sono dei dubbi se fu decapitato immediatamente, o fu portato di fronte ad un tribunale per essere prima giudicato e poi condotto nuovamente al cimitero per l'esecuzione. La seconda ipotesi sembra essere la più probabile.

L'iscrizione che papa Damaso I (366-384) fece apporre sulla sua tomba nel cimitero di San Callisto può essere interpretata in entrambi i modi.

L'incontro tra Sisto II e san Lorenzo martire, quando il primo veniva condotto al martirio, menzionato nei falsi "Atti di San Lorenzo", da sant'Ambrogio da Milano e dal poeta Prudentius, è, probabilmente, pura leggenda. Completamente falso è, inoltre, quanto riportato da Prudenzio che Sisto II patì il martirio sulla croce, a meno che il poeta non usi la parola croce (Iam Xystus adfixus cruci) per intendere il martirio in generale, come suggerirono Louis Duchesne e Paul Allard. Insieme a Sisto furono catturati e giustiziati quattro diaconi, Gennaro, Vincenzo, Magno, e Stefano. Lo stesso giorno altri due diaconi, Felicissimo ed Agapito patirono il martirio.

Culto

La festa liturgica di san Sisto II e di questi sei diaconi si celebra il 7 agosto, giorno del loro martirio.

I resti di Sisto furono traslati nella cripta papale della vicina catacomba di San Callisto. Dietro la sua tomba, in un reliquiario, fu posta la sedia macchiata di sangue sulla quale era stato decapitato. Sul luogo del cimitero di San Pretestato dove fu martirizzato fu eretto un oratorio (Oratorium Xysti), che veniva ancora visitato dai pellegrini del VII e dell'VIII secolo.

Papa Pasquale I lo fece traslare, in seguito, nella cappella iuxta ferrata, dedicata a lui e a papa Fabiano, nell'|Basilica di San Pietro in Vaticano.

Quattro giorni dopo, il 10 agosto, subì il martirio anche l'ultimo dei diaconi di Roma: l'arcidiacono Lorenzo.

Viene venerato come santo anche dalla Chiesa cristiana ortodossa, che lo commemora il 10 agosto.

Venerato a Pisa come san Sisto, era il vecchio patrono della città. Dopo il 6 agosto 1284, giorno della battaglia della Meloria, dove Pisa fu sconfitta, non venne più festeggiato.

Attualmente viene venerato come Santo Patrono delle seguenti località:

  • Bellegra, (Roma)
  • Caldonazzo (TR)
  • Castelpoggio (MC)
  • Colle d'Anchise (CB)
  • Colognola al Piano (BG)
  • Gombito (CR)
  • Morbello (AL)
  • Joppolo, (VV)
  • Nocelleto (CE)
  • Pomezzana (LU)


Predecessore: Papa Successore: Emblem of the Papacy SE.svg
papa Stefano I 30 agosto 257 - 6 agosto 258 papa Dionisio I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
papa Stefano I {{{data}}} papa Dionisio
Note
  1. Scheda nel sito ufficiale della Chiesa Cattolica - BeWeB Beni Ecclesiastici su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 19.01.2022
  2. Lettera 80; CSEL 3,839-840
Fonti
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni