Papa Pasquale I
San Pasquale I Papa | |
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Santo | |
Maestranze romane, Papa Pasquale I con il modello della chiesa (part. da Gesù Cristo benedicente tra santi e pontefice), 817-824, mosaico; Roma, Basilica di Santa Prassede all'Esquilino | |
Nascita | Roma VII secolo |
Morte | Roma 11 febbraio 824 |
Sepoltura | Roma, Basilica di Santa Prassede all'Esquilino |
Informazioni sul papato | |
98° vescovo di Roma | |
Consacrazione | 25 gennaio 817 |
Fine del pontificato |
11 febbraio 824 (per decesso) |
Durata del pontificato |
7 anni e 17 giorni |
Predecessore | papa Stefano IV |
Successore | papa Eugenio II |
Extra | Papa Pasquale I Anni di pontificato |
Cardinali | 5 creazioni in 4 concistori |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 11 febbraio |
Collegamenti esterni | |
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Nel Martirologio Romano, 11 febbraio, n. 8:
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San Pasquale I (Roma, VII secolo; † Roma, 11 febbraio 824) è stato il 98º vescovo di Roma e papa latino in carica dal 25 gennaio 817 alla morte.
Biografia
L'elezione e i rapporti con Ludovico il Pio
Abate della Basilica di Santo Stefano al Celio, fu elevato al pontificato per acclamazione del clero romano il giorno dopo la morte di papa Stefano IV; si temevano infatti interferenze da parte dell'imperatore Ludovico il Pio[1].
Come i suoi predecessori, Pasquale I si preoccupò di informare prontamente e rendere omaggio all'imperatore e di giustificare la celerità della sua nomina, dicendola dovuta alla volontà di evitare il formarsi di fazioni a Roma[2]. Pasquale, che aveva inviato in Germania il suo legato Teodoro, oltre alle felicitazioni dell'Imperatore ottenne anche il Pactum cum Pashali pontifice con cui Ludovico s'impegnava a riconoscere la sovranità papale sui territori dello Stato Pontificio e a garantire il libero svolgimento delle elezioni del papa[3]. Tale documento fu successivamente contestato da molti storiografi[4]. Le relazioni tra Pasquale e Ludovico, comunque, non furono mai molto cordiali.
Opere realizzate durante il suo pontificato
Fece erigere la Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, quella di Santa Prassede e la Santa Maria in Dominica, a Roma. Fu lui a ritrovare il corpo di santa Cecilia nelle catacombe di San Callisto e farlo esumare nell'omonima chiesa in Trastevere. Il Liber pontificalis riporta che, quando le ricerche dei resti della Santa erano giunte a un punto morto, tanto da far pensare a un trafugamento da parte dei longobardi, santa Cecilia in persona apparve in sogno al Papa, indicandogli il luogo in cui si trovavano i suoi resti.
Le persecuzioni iconoclaste
Papa Pasquale ricevette una richiesta di aiuto da parte di San Teodoro lo Studita contro la persecuzione iconoclasta iniziata dall'imperatore Leone V. Pasquale, però, non poté fare altro che scrivere delle reprimende all'Imperatore. Tuttavia si adoperò per trovare idonea accoglienza ai monaci greci perseguitati ed esiliati perché contrari all'iconoclastia.
I contrasti con Lotario I e gli ultimi anni
Nell'823 Pasquale ricevette Lotario I, figlio di Ludovico il Pio e della sua prima moglie Ermengarda, cui il padre aveva assegnato nell'817 il [[Regno d'Italia (888-1024)|Regno d'Italia]]. Il Papa lo incoronò ungendolo solennemente la domenica di Pasqua e gli consegnò simbolicamente una spada, simbolo del potere di amministrare la giustizia. Questa cerimonia affermava il diritto del papa di re e imperatori e di farlo in Roma[3].
Lotario accolse un'istanza dell'Abbazia di Farfa contro la Curia romana, accusata di essersi indebitamente appropriata di beni dell'abbazia, imponendo la restituzione alla medesima dei beni in questione. La sentenza fu accolta con gran disappunto dal clero romano ma con gioia dalla nobiltà filofranca che interpretò l'evento come un segno di incoraggiamento a ribellarsi all'autorità papale.
Fu organizzata una rivolta i cui capi erano il primicerio dei notai romani, Teodoro, già nunzio pontificio presso la corte imperiale nell'821 e suo genero, il nomenclator Leone. La rivolta fu immediatamente repressa e i due capi accecati e poi decapitati.
L'Imperatore, sospettando che dietro la decisione di eliminare i due ci fosse stato lo stesso Pasquale, inviò due commissari a Roma per accertare i fatti. Il Papa si proclamò innocente ma si rifiutò di essere sottoposto a giudizio da giudici imperiali, accettando solo di profferire un giuramento solenne con il quale si dichiarava estraneo all'operazione di esecuzione capitale dei due, pur considerandoli personalmente colpevoli e rei di morte. I commissari rientrarono ad Aquisgrana e Ludovico lasciò cadere la cosa.
Il popolo di Roma tuttavia, alla morte di Pasquale, gli rifiutò l'onore della sepoltura all'interno della Basilica di San Pietro[5]. Il suo successore, papa Eugenio II, calmatisi gli animi, lo fece seppellire nella Basilica di Santa Prassede[6].
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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papa Stefano IV | 25 gennaio 817 - 11 febbraio 824 | papa Eugenio II |
Note | |
Fonti | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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