Papa Clemente I
San Clemente I Papa · Martire | |
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Santo | |
Padre della Chiesa | |
Juan Correa de Vivar, San Clemente I papa (1540 - 1545), olio su tavola; Toledo (Spagna), Museo de Santa Cruz | |
Nascita | Filippi [1] |
Morte | Roma 23 novembre 97 |
Sepoltura | Roma, Basilica di San Clemente al Laterano |
Informazioni sul papato | |
4° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
88 |
Fine del pontificato |
97 (per causa incerta o sconosciuta) |
Durata del pontificato |
7 anni |
Predecessore | Papa Anacleto I |
Successore | Papa Evaristo |
Extra | Papa Clemente I Anni di pontificato |
Cardinali | creazioni |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi. |
Ricorrenza | 23 novembre |
Altre ricorrenze | 25 novembre (Chiesa ortodossa) |
Santuario principale | Roma, Basilica di San Clemente al Laterano |
Attributi | àncora, palma, ferula papale, tiara |
Devozioni particolari | Invocato contro le malattie dei bambini |
Patrono di | Cappellai, bambini, barcaioli, battellieri, gondolieri, lapicidi, marinai, marmisti, scalpellini |
Collegamenti esterni | |
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Nel Martirologio Romano, 23 novembre, n. 1:
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San Clemente I, noto anche come Clemente Romano (Filippi [1]; † Roma, 23 novembre 97), è stato il 4º vescovo di Roma e papa greco dall'88 al 97 e anche il primo dei Padri Apostolici.
Delle sue opere si conoscono uno scritto autentico, la Lettera alla Chiesa di Corinto e altri molti scritti di dubbia attribuzione.
Biografia
Secondo la testimonianza di sant'Ireneo († 202 ca.),
(EL) | (IT) | ||||
« | [...] τρίτῳ τόπῳ ἀπὸ τῶν ἀποστόλων τὴν ἐπισκοπὴν κληροῦται Κλήμης, ὁ καὶ ἑορακὼς τοὺς μακαρίους ἀποστόλους καὶ συμβεβληκὼς αὐτοῖς καὶ ἔτι ἔναυλον τὸ κήρυγμα τῶν ἀποστόλων καὶ τὴν παράδοσιν πρὸ ὀφθαλμῶν ἔχων, οὐ μόνος• ἔτι γὰρ πολλοὶ ὑπελείποντο τότε ὑπὸ τῶν ἀποστόλων δεδιδαγμένοι. Ἐπὶ τούτου οὖν τοῦ Κλήμεντος στάσεως οὐκ ὀλίγης τοῖς ἐν Κορίνθῳ γενομένης ἀδελφοῖς, ἐπέστειλεν ἡ ἐν ῾Ρώμῃ ἐκκλησία ἱκανωτάτην γραφὴν τοῖς Κορινθίοις, εἰς εἰρήνην συμβιβάζουσα αὐτοὺς καὶ ἀνανεοῦσα τὴν πίστιν αὐτῶν καὶ ἣν νεωστὶ ἀπὸ τῶν ἀποστόλων παράδοσιν εἰλήφει. » | « | [...] terzo dopo gli Apostoli [Pietro e Paolo], ottenne l'episcopato Clemente, il quale aveva visto i beati Apostoli, aveva conversato con loro e aveva l'annuncio degli Apostoli ancora risonante [negli orecchi] e la Tradizione davanti agli occhi e non era il solo: allora, infatti, rimanevano ancora molti che erano stati ammaestrati dagli Apostoli. Sotto questo Clemente, dunque, essendo sorto un contrasto non piccolo tra i fratelli che sono a Corinto, la Chiesa di Roma inviò ai Corinzi una efficacissima lettera per riconciliarli nella pace, rinnovare la loro fede e la Tradizione che avevano appena ricevuto dagli Apostoli. » | ||
(Adversus heareses III, 3, 3
)
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Secondo Tertulliano († 220 ca.), invece, la Chiesa di Roma affermava che Clemente fu ordinato da san Pietro[2]. San Girolamo († 420 ca.) lo dice quarto vescovo di Roma, sebbene ai suoi tempi "la maggior parte dei latini" lo ritenesse immediato successore di san Pietro[3]. San Girolamo stesso in altri passi delle sue opere segue questa opinione[4].
Il medesimo autore, inoltre, identifica papa Clemente con l'omonimo personaggio citato da san Paolo in Filippesi 4,3 . Questa identificazione, già sostenuta da Origene[5] (†254), non sembra oggi accettabile[6].
Eusebio di Cesarea (†339) ricorda l'invio della lettera ai Corinzi e osserva che questa riprende alcuni passi della Lettera agli Ebrei. Per tale motivo accoglie l'opinione di coloro che reputavano Clemente traduttore in greco di questa lettera, secondo lui composta originariamente da san Paolo nella lingua degli ebrei. Eusebio, inoltre, rigetta come non autentici gli altri scritti attribuiti a Clemente, osservando che nessuno di essi era conosciuto dagli autori più antichi[7]. Lo stesso autore cita un ampio passo dalle omelie di Origene sulla Lettera agli Ebrei, in cui si riferisce l'ipotesi, sostenuta da alcuni antichi commentatori, secondo cui sarebbe stato proprio Clemente l'autore della lettera in questione[8].
Epifanio di Salamina (†403) considera Clemente contemporaneo di Pietro e Paolo e, per conciliare le due contrastanti tradizioni, riporta una "ingegnosa quanto lambiccata soluzione conciliatrice"[9]: Clemente sarebbe stato ordinato vescovo da Pietro ma avrebbe rinunciato temporaneamente a ricoprire l'episcopato:
(EL) | (IT) | ||||
« | Eἴτ' οὖν ἔτι περιόντων αὐτῶν ὑπὸ Πέτρου λαμβάνει τὴν χειροθεσίαν τῆς ἐπισκοπῆς καὶ παραιτησάμενος ἤργει - λέγει γὰρ ἐν μιᾷ τῶν ἐπιστολῶν αὐτοῦ "ἀναχωρῶ, ἄπειμι, εὐσταθείτω ὁ λαὸς τοῦ θεοῦ", τισὶ τοῦτο συμβουλεύων (εὕρομεν γὰρ ἔν τισιν ὑπομνηματισμοῖς τοῦτο ἐγκείμενον) - ἤτοι μετὰ τὴν τῶν ἀποστόλων τελευτὴν ὑπὸ τοῦ Κλήτου τοῦ ἐπισκόπου οὗτος καθίσταται, οὐ πάνυ σαφῶς ἴσμεν. » | « | Non sappiamo chiaramente se ricevette la consacrazione dell'episcopato da Pietro quand'essi [gli Apostoli] erano ancora vivi e rimase sospeso dal servizio per aver rinunciato - consigliando questo a qualcuno dice infatti in una delle sue lettere: "Mi allontano, vado via, lasciate in pace il popolo di Dio"[10] (troviamo questo in alcune memorie) - o se dopo la morte degli Apostoli fu eletto dal vescovo Cleto. » | ||
(Panarion, XXVII, 6
)
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Le memorie in questione sarebbero quelle di Egesippo[11] († 180 ca.).
Le notizie sul martirio di papa Clemente sono piuttosto tarde: il primo a parlarne è Rufino di Aquileia[12] (†410). È possibile che questa notizia nasca dalla confusione di papa Clemente con l'omonimo console fatto martirizzare dall'imperatore Domiziano con l'accusa di ateismo. La mancanza di notizie su una sepoltura di papa Clemente a Roma rende però possibile la sua morte in esilio[11], come vorrebbero alcune tradizioni posteriori.
Tradizioni posteriori
Nella Passio Nerei et Achillei, Clemente è presentato come figlio del fratello del console sopra nominato. Questo testo, però, non ha nessun valore storico[13].
Secondo le Pseudoclementine[14] Clemente sarebbe stato romano, figlio di un certo Faustiniano, imparentato con la famiglia dell'Imperatore e di Mattidia, una nobile matrona; avrebbe inoltre avuto due fratelli maggiori, i gemelli Fausto e Faustino[15]. Neanche queste notizie sono attendibili[6].
Ipotesi recenti
A metà del XIX secolo si era soliti identificare papa Clemente con il già citato Tito Flavio Clemente, anche se nessuno degli autori antichi fornisce elementi a sostegno di questa congettura. Questa, tra l'altro, è in contrasto con quanto ci dicono le fonti, secondo cui papa Clemente sarebbe vissuto fino al regno di Traiano; inoltre sembra improbabile una sua appartenenza alla famiglia imperiale[11].
L'ampia conoscenza dell'Antico Testamento e di alcune opere della letteratura intertestamentaria e certe caratteristiche dello stile e della composizione della lettera ai Corinzi hanno spinto diversi studiosi a ipotizzare che Clemente fosse di origine ebraica[6]. È probabile che fosse un liberto o il figlio di un liberto della casa imperiale[16].
Sepoltura
Per approfondire, vedi la voce Basilica di San Clemente al Laterano (Roma) |
Intorno all'867, mentre si trovava in Crimea per evangelizzare i kazaki, san Cirillo rinvenne in un tumulo un'ancora e delle ossa, identificate con le reliquie di papa Clemente. Traslate a Roma dallo stesso Cirillo stesso all'epoca di papa Adriano II (867 - 872), furono deposte da Niccolò II (1058 - 1061) insieme ai resti di sant'Ignazio di Antiochia nell'altare maggiore della Basilica di San Clemente al Laterano.[11]
Culto
Papa Clemente è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che ne celebra la ricorrenza il 23 novembre, nel giorno della deposizione del suo corpo a Roma. La Chiesa ortodossa lo ricorda il 25 novembre.
È patrono della città di Velletri e compatrono della diocesi di Velletri-Segni insieme a san Bruno di Segni.
Opere
Lettera ai Corinzi
Per approfondire, vedi la voce Prima lettera di Clemente |
Papa Clemente è considerato autore di una lettera alla Chiesa di Corinto, lacerata da discordie intestine: l'autore deplora in particolare la deposizione di alcuni presbiteri, voluta da elementi turbolenti interni alla comunità.
L'opera, molto ampia rispetto alla media delle lettere neotestamentarie, cita ampiamente la Scrittura. L'uniformità dello stile e la sostanziale unità, presenta la lettera come opera di un solo autore, sebbene questi non si presenti in prima persona ma scriva a nome della comunità di Roma nel suo complesso.
Scritti pseudo-clementini
Molti scritti non autentici ci sono stati tramandati sotto il nome di papa Clemente:
- la Seconda lettera di Clemente, un'antica omelia di autore ignoto, tramandataci insieme alla prima lettera di Clemente;
- due Lettere alle vergini, tramandate in traduzione siriaca;
- cinque lettere tramandate in capo alle decretali pseudo-isidoriane. La prima è una lettera di Clemente a Giacomo, tradotta da Rufino, la seconda è un'altra lettera a Giacomo, rinvenuta in molti manoscritti delle Recognitiones pseudoclementine. Le altre tre sono opera dello Pseudo-Isidoro.
Furono attribuite a Clemente anche le Constitutiones apostolorum, i Canoni apostolici, il Testamento di Nostro Signore e un'anafora giacobita.
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Anacleto | 88 - 23 novembre 97 | Evaristo |
Note | |||||||||||||
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Fonti | |||||||||||||
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Bibliografia | |||||||||||||
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Voci correlate | |||||||||||||
Collegamenti esterni | |||||||||||||
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