Papa Eugenio IV
Eugenio IV Papa | |
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al secolo Gabriele Condulmer | |
Cristofano di Papi dell'Altissimo, Papa Eugenio IV (1568 ca.), olio su tavola; Firenze, Galleria degli Uffizi. | |
Età alla morte | 64 anni |
Nascita | Venezia 1383 |
Morte | Firenze 23 febbraio 1447 |
Sepoltura | Roma, Chiesa di San Salvatore in Lauro |
Nominato vescovo | 30 dicembre 1407 |
Consacrazione vescovile | 1408 |
Creato Cardinale |
9 maggio 1408 da Gregorio XII (vedi) |
Cardinale per | 38 anni, 9 mesi e 14 giorni |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
207° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
3 marzo 1431 Conclave del 1431 |
Consacrazione | 11 marzo 1431 |
Fine del pontificato |
23 febbraio 1447 (per decesso) |
Durata del pontificato |
15 anni, 11 mesi e 20 giorni |
Predecessore | papa Martino V |
Successore | papa Niccolò V |
Extra | Papa Eugenio IV Anni di pontificato |
Cardinali | 27 creazioni in 6 concistori |
Proclamazioni | Santi |
Eventi | Nessun Giubileo indetto |
Collegamenti esterni | |
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Eugenio IV, al secolo Gabriele Condulmer, in latino: Eugenius IV (Venezia, 1383; † Firenze, 23 febbraio 1447), è stato il 207° vescovo di Roma e papa italiano dal 1431 alla morte.
Biografia
Nacque a Venezia da una ricca famiglia di mercanti, sua madre apparteneva alla famiglia Correr. Condulmero entrò nella congregazione dei Canonici Regolari di San Giorgio in Alga[1] detta dei Celestini o Azzurrini (da non confondere con la Congregazione Benedettina dei Celestini) e acquisì importanza durante il pontificato dello zio, Papa Gregorio XII, dal quale era stato nominato vescovo di Siena. Qui la classe politica obbiettò la scelta di un ventiquattrenne forestiero, e data la situazione, Gabriele lasciò l'incarico e divenne tesoriere pontificio dello zio, protonotaio apostolico, cardinale prete di San Marco e San Clemente, e successivamente cardinale prete di Santa Maria in Trastevere.
Egli si rese utile anche durante il pontificato di Papa Martino V e venne prontamente eletto a succedergli. Venne incoronato in San Pietro l'11 marzo 1431, col nome di Eugenio IV.
Per un accordo scritto stipulato prima della sua elezione, accettò di distribuire ai cardinali la metà di tutte le entrate della Chiesa, e promise di consultarsi con loro su tutte le questioni di importanza spirituale o temporale. All'atto della sua elevazione a pontefice, Eugenio prese misure violente contro diversi esponenti della famiglia Colonna, cui apparteneva il suo predecessore Martino V, il quale aveva concesso terre e castelli al suo numeroso clan. Questo coinvolse Eugenio in una grave contesa con il potente casato dei Colonna, che ufficialmente appoggiava i diritti locali di Roma contro gli interessi del Papato. Venne ben presto organizzata una tregua.
Ma la caratteristica di gran lunga più importante del pontificato di Eugenio IV fu la grande lotta tra il Papa e il Concilio di Basilea. Il 23 luglio 1431, i suoi legati aprirono il concilio, che era stato convocato da Martino V, ma poco fiducioso dei suoi scopi e incoraggiato dalla scarsa partecipazione, il Papa emise una bolla papale il 18 dicembre 1431, che scioglieva il concilio e ne indiceva un altro che si sarebbe riunito diciotto mesi dopo a Bologna. Il concilio resistette a quella che ai più sembrò una prematura espressione della prerogativa papale. L'azione di Eugenio IV diede qualche peso all'opinione secondo cui la curia si opponeva a qualsiasi reale misura di riforma. Il concilio rifiutò di sciogliersi; e invece rinnovò le risoluzioni rivoluzionarie con le quali il Concilio di Costanza aveva dichiarato che il concilio era superiore al Papa, e citò Eugenio IV perché comparisse a Basilea. Un compromesso venne preparato da Sigismondo del Sacro Romano Impero, che era stato incoronato imperatore a Roma il 31 maggio 1433. In base all'accordo il Papa ritirò la sua bolla di scioglimento e, riservando tutti i diritti alla Santa Sede, riconobbe il concilio come ecumenico (15 dicembre 1433).
La restaurazione a Roma di un autonomo governo comunale (soppresso nel 1398 da Bonifacio IX), favorita dalla fazione colonnese costrinse il papa a fuggire in esilio nel maggio 1434. Travestito con abiti da monaco, venne condotto da una barca a remi al centro del Tevere, inseguito dalla milizia comunale e sotto il lancio di pietre gettate da entrambe le rive, fino ad Ostia, dove lo attendeva un vascello fiorentino. Anche se la città venne ricondotta all'obbedienza da Giovanni Vitelleschi vescovo di Recanati, nell'ottobre seguente, il Papa rimase a Firenze e Bologna.
Nel frattempo la lotta con il concilio riunito a Basilea riprese nuovamente. Eugenio, in seguito ad un accordo con l'imperatore di Costantinopoli Giovanni VIII Paleologo l'8 gennaio 1438 riunì a Ferrara un concilio rivale aperto alla Chiesa d'Oriente, e scomunicò i prelati radunati a Basilea. In risposta questi scomunicarono il Papa come eretico il 25 giugno 1439, e il novembre successivo elessero come antipapa Amedeo VIII, Duca di Savoia, il quale scelse il nome di Felice V. La condotta di Francia e Germania sembrò appoggiare questa azione, poiché Carlo VII aveva introdotto in Francia i decreti del Concilio di Basilea, con modifiche minori, attraverso la sanzione pragmatica di Bourges (7 luglio 1438), e la dieta di Magonza aveva privato il Papa di gran parte dei suoi diritti sull'Impero (26 marzo 1439).
A Firenze, dove il concilio di Ferrara era stato trasferito in seguito allo scoppio della peste, nel luglio 1439, venne proclamata un'unione con la Chiesa Ortodossa d'Oriente che in realtà non venne concretizzata; questa decisione, in quanto risultato di necessità politiche, si rivelò come una temporanea spinta in alto del prestigio del Papato.
Questa proposta di unione venne seguita da altre di ancor minore stabilità. Eugenio firmò un accordo con gli armeni il 22 novembre 1439, e con parte dei Giacobiti nel 1443, mentre nel 1445 ricevette Nestoriani e Maroniti. Eugenio fece del suo meglio per arginare l'avanzata dell'Impero Ottomano, devolvendo un quinto delle entrate pontificie alla Crociata che partì nel 1443, ma che andò incontro ad una devastante sconfitta. Nello stesso anno nominò vicario pontificio Antonio Ordelaffi, riconoscendone la Signoria di Forlì anche per la sua discendenza.
Il suo rivale Felice V, nel frattempo, ottenne poco riconoscimento, e l'abile consigliere pontificio, l'umanista Enea Silvio Piccolomini, futuro Papa Pio II, fece pace con Eugenio nel 1442. Il riconoscimento da parte del Papa alle pretese su Napoli di Re Alfonso V di Aragona, sottrasse l'ultimo importante appoggio all'ormai diviso concilio di Basilea, e permise ad Eugenio di fare un trionfale ritorno a Roma il 26 settembre 1443, dopo un esilio durato quasi dieci anni.
Le sue proteste contro la sanzione pragmatica di Bourges furono inefficaci. Per contro l'imperatore Federico III d'Asburgo del Sacro Romano Impero riconobbe la sua autorità e con la dieta di Francoforte (1446) avviò la soluzione dello scisma; nel successivo 1447, attraverso il Concordato di Vienna, negoziato da Piccolomini con gli elettori tedeschi nel 1447, l'intera Germania si dichiarò contraria all'antipapa.
Anche se il suo pontificato fu così tempestoso e infelice da avergli fatto dire, sul letto di morte, di aver rimpianto di aver lasciato il suo monastero, la vittoria di Eugenio sul Concilio di Basilea e i suoi sforzi indirizzati all'unità della Chiesa contribuirono notevolmente a spezzare il movimento conciliare e a ripristinare la posizione dominante che il papato aveva mantenuto prima dello Scisma d'Occidente.
Eugenio IV era contro lo schiavismo praticato dagli spagnoli sulla popolazione nera delle Isole Canarie da loro conquistate: il 13 gennaio 1435 emise da Firenze la bolla "Sicut Dudum" dove tra l'altro scriveva:
« | Queste persone devono essere libere completamente e perpetuamente e devono essere lasciate andare senza estorsione o ricezione di denaro » |
La bolla papale fu però completamente ignorata dagli spagnoli.
Eugenio fu dignitoso nel comportamento, ma inesperto e vacillante nell'azione e di temperamento eccitabile. Duro nella sua avversione all'eresia, mostrò grande bontà nei confronti dei poveri. Lavorò alla riforma degli ordini monastici, in particolare i Francescani, e non fu mai colpevole di nepotismo. Benché austero nella vita privata, fu sincero amico dell'arte e dello studio, e nel 1431 rifondò l'Università a Roma. Morì il 23 febbraio 1447.
Arte sotto Eugenio IV
Eugenio IV fu, come il suo predecessore Martino V, un uomo colto e raffinato, che viaggiò molto, conoscendo le novità artistiche di Firenze e di altre città e chiamando artisti di fama a decorare Roma, continuando i lavori di ripristino nelle basiliche romane. Nei primi anni Quaranta venne chiamato l'umanista Filarete, che terminò nel 1445 i battenti bronzei di San Pietro, dove si registra un precoce gusto antiquario legato alla capitale ed alle sue vestigia[2].
Poco dopo arrivarono in città Beato Angelico, che iniziò una serie di affreschi perduti in San Pietro, e il francese Jean Fouquet, che testimonia con la sua presenza il nascente interesse in Italia della pittura fiamminga e nordica in generale[3].
Sebbene la durata del pontificato di Eugenio IV non permise di attuare appieno i suoi piani, Roma iniziava a diventare quel terreno di incontro fecondo tra artisti di scuole diverse, che presto sarebbe sfociato in uno stile comune e, per la prima volta, definibile "romano"[4].
Concistori tenuti da Papa Eugenio IV per la creazione di nuovi cardinali
Concistoro del 19 settembre 1431
- (1) Italia · Francesco Condulmer, nipote di Sua Santità e vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa; deceduto il 30 ottobre 1453;
- (2) Italia · Angelotto Fosco, vescovo di Cava; † 12 settembre 1444.
Concistoro del 9 agosto 1437
- (3) Italia · Giovanni Vitelleschi, arcivescovo di Firenze e patriarca titolare di Alessandria dei Latini; † 2 aprile 1440.
Concistoro del 18 dicembre 1439
- (4) Francia · Renault de Chartres, arcivescovo di Reims e amministratore apostolico di Orléans (Francia); † 4 aprile 1444;
- (5) Italia · Giovanni Berardi di Tagliacozzo, arcivescovo di Taranto; † 21 gennaio 1449;
- (6) Inghilterra · John Kemp, arcivescovo di York (Inghilterra); † 22 marzo 1454;
- (7) Italia · Niccolò d'Acciapaccio, arcivescovo di Capua; † 3 aprile 1447;
- (8) Francia · Louis de Luxembourg, arcivescovo di Rouen (Francia) e amministratore apostolico di Ely (Inghilterra); † 18 settembre 1443;
- (9) Italia · Giorgio Fieschi, arcivescovo di Genova; † 11 ottobre 1461;
- (10) Bizantino · Isidoro di Kiev, arcieparca di Kiev dei Ruteni; † 27 aprile 1463;
- (11) Bizantino · Basilio Bessarione, arcivescovo titolare di Nicea; † 18 novembre 1472;
- (12) Italia · Gerardo Landriani Capitani, vescovo di Como; † 9 ottobre 1445;
- (13) Polonia · Zbigniew Oleśnicki, vescovo di Cracovia (Polonia); † 1º aprile 1455;
- (14) Portogallo · Antão Martins de Chaves, vescovo di Porto (Portogallo); † 6 luglio 1447;
- (15) Germania · Peter von Schaumberg, vescovo di Augusta (Germania); † 12 aprile 1469;
- (16) Francia · Jean le Jeune, vescovo di Thérouanne (Francia); † 9 settembre 1451;
- (17) Ungheria · Dénes Szécsi, vescovo di Eger (Ungheria); † 1º febbraio 1465;
- (18) Francia · Guillaume d'Estouteville, O.S.B. Clun., vescovo eletto di Angers (Francia); † il 22 gennaio 1483;
- (19) Spagna · Juan de Torquemada, O.P., Maestro del sacro palazzo apostolico; † 26 settembre 1468;
- (20) Italia · Alberto Alberti, amministratore apostolico di Camerino; † 3 agosto 1445.
Concistoro del 1º luglio 1440
- (21) Italia · Ludovico Scarampi Mezzarota, patriarca di Aquileia e camerlengo di Santa Romana Chiesa; † 22 marzo 1465;
- (22) Italia · Pietro Barbo, nipote di Sua Santità e protonotario apostolico; poi eletto Papa Paolo II il 30 agosto 1464; † 26 luglio 1471.
Concistoro del 2 maggio 1444
- (23) Spagna · Alfons de Borja y Cabanilles, vescovo di Valencia (Spagna); poi eletto papa con il nome di Callisto III l'8 aprile 1455; † 6 agosto 1458.
Concistoro del 16 dicembre 1446
- (24) Italia · Enrico Rampini, arcivescovo di Milano; † 4 luglio 1450;
- (25) Italia · Tommaso Parentucelli, O.P., vescovo di Bologna; poi eletto papa con il nome di Niccolò V il 6 marzo 1447; † 24 marzo 1455;
- (26) Spagna · Juan de Carvajal, vescovo eletto di Plasencia (Spagna); † 6 dicembre 1469;
- (27) Italia · Giovanni de Primis, O.S.B. Cas., abate del monastero di San Paolo fuori le Mura; † 21 gennaio 1449.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Siena | Successore: | |
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Guglielmo da Siena | 1407–1431 | Antonio Casini |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Clemente | Successore: | |
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Berenguer d'Anglesola | 1408-1411 | Branda Castiglione |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere | Successore: | |
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Rinaldo Brancaccio | 1427-1431 | Gerardo Landriani Capitani |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Martino V | 3 marzo 1431 - 23 febbraio 1447 | Papa Niccolò V |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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