Papa Leone X
Leone X Papa | |
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al secolo Giovanni de' Medici | |
Raffaello Sanzio, Ritratto di papa Leone X (part. da Ritratto di papa Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi), 1518 - 1519; Firenze, Galleria degli Uffizi | |
Età alla morte | 45 anni |
Nascita | Firenze 11 dicembre 1475 |
Morte | Roma 1º dicembre 1521 |
Sepoltura | Roma, Basilica di Santa Maria sopra Minerva |
Ordinazione presbiterale | 15 marzo 1513 dal card. Raffaele Sansone Riario |
Consacrazione vescovile | 17 marzo 1513 dal card. Raffaele Sansone Riario |
Creato Cardinale in segreto |
9 marzo 1489 da Innocenzo VIII (vedi) |
Pubblicato Cardinale |
26 marzo 1492 da Innocenzo VIII (vedi) |
Cardinale per | 29 anni, 8 mesi e 6 giorni |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
217° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
11 marzo 1513 Conclave del 1513 |
Consacrazione | 11 aprile 1513 |
Fine del pontificato |
1º dicembre 1521 (per decesso) |
Durata del pontificato |
8 anni, 8 mesi e 21 giorni |
Predecessore | papa Giulio II |
Successore | papa Adriano VI |
Extra | Papa Leone X Anni di pontificato |
Cardinali | 42 creazioni in 8 concistori |
Proclamazioni | Beati Santi |
Eventi | Nessun Giubileo indetto |
Collegamenti esterni | |
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Papa Leone X, al secolo Giovanni de' Medici, in latino: Leo X (Firenze, 11 dicembre 1475; † Roma, 1º dicembre 1521), è stato il 217º vescovo di Roma e papa italiano dal 1513 alla sua morte.
Giovanni era il secondogenito di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini; portò alla corte pontificia lo splendore e i fasti tipici delle corti rinascimentali.
Biografia
Le origini e la giovinezza
Venne destinato fin dall'inizio alla carriera ecclesiastica; ricevette la tonsura a sette anni con la nomina a Protonotaio Apostolico, a otto reggeva dei benefici quale abate di Montecassino e Morimondo e prima dei tredici erano in corso negoziati per la sua elevazione a cardinale. Innocenzo VIII, il Papa regnante, era legato a Lorenzo de' Medici da ottime relazioni e da una comunanza di interessi e politiche; nell'ottobre 1488 Giovanni venne nominato cardinale, alla condizione che non venisse riconosciuto pubblicamente come tale per altri tre anni. In questo intervallo di tempo, tra il 1489 e il 1491, venne inviato a Pisa a studiare teologia e diritto canonico e qui era anche Rodrigo Borgia, il futuro Papa Alessandro VI. Gli impegni di studio di tipo ecclesiastico sembrano che siano stati meno congeniali al giovane principe della chiesa, rispetto all'elegante letteratura per la quale aveva ereditato il gusto del padre e nella quale aveva fatto grandi progressi sotto la tutela di Poliziano e Bernardo Dovizi da Bibbiena.
Il 9 marzo 1492 vestì le insegne cardinalizie presso la Badia di Fiesole, il 22 marzo giunse a Roma e il giorno dopo fu accolto in udienza dal Papa. In tale circostanza ricevette dal padre una lettera di consigli [1], che a tutt'oggi figura tra le più notevoli fra le composizioni del genere. Dopo poco più di un mese dovette tornare a Firenze per la morte del padre, ma dopo poche settimane tornò a Roma, per partecipare al conclave dopo la morte di Papa Innocenzo VIII. Nel giro di pochi mesi quindi le sue prospettive vennero completamente sovvertite, a causa di un doppio lutto che, anche per l'Italia, chiudeva un'era di pace che la politica prudente di Lorenzo aveva procurato, inaugurando un periodo di invasioni straniere e lotte interne.
Nel breve conclave dell'agosto 1492 fu eletto Papa Rodrigo Borgia, al quale egli non era molto legato e decise di tornare a Firenze.
Prima del pontificato
Una delle prime conseguenze della fine dei delicati equilibri politici fu l'irruzione francese in Italia, che ebbe come conseguenza l'espulsione della famiglia Medici da Firenze nel novembre 1494. La caduta dei Medici a Firenze fu favorita anche dal predicatore domenicano Girolamo Savonarola che, approssimandosi a Firenze Carlo VIII, tuonò energicamente contro la remissività mostrata da Piero de' Medici, il fratello primogenito; sembra che il cardinale Medici abbia dovuto lasciare la città in incognito, vestito da frate minore. A Firenze si instaurò una repubblica mentre il cardinale, con suo fratello maggiore e il loro cugino Giulio, futuro Papa Clemente VII, trovarono ospitalità presso la corte di Urbino. Poi il cardinale si rifugiò a Bologna e vedendosi ormai privato, almeno per il momento, di importanza politica, oltre a essere malvisto dal successore di Innocenzo VIII, Papa Alessandro VI Borgia, decise di intraprendere un viaggio con alcuni fidati amici in Germania, Paesi Bassi e Francia; conobbe molti uomini illustri ma ebbe anche problemi, come quando a Rouen (Paesi Bassi) fu anche arrestato ed espulso.
Tornò in Italia nel 1500 e decise di restare a Roma nel suo palazzo, l'attuale e famoso Palazzo Madama, sottraendosi per quanto possibile all'attenzione, disarmando le gelosie di Papa Alessandro VI dedicandosi completamente agli studi letterari e raccogliendo intorno a sé molti letterati e poeti.
Nel 1503 morì il fratello maggiore Piero dei Medici, ed egli divenne capostipite della prestigiosa famiglia; contemporaneamente, essendo morto Alessandro VI e dopo il breve pontificato del 1503 di Pio III, fu eletto Papa Giulio II, uomo dalle grandi doti politico-militari. Anche i rapporti con questo pontefice, sebbene non fossero contrastati, non furono neanche particolarmente amichevoli. Quando nell'agosto 1511 Giulio II si ammalò gravemente, Giovanni fu visto muoversi più di tutti gli altri cardinali in vista del possibile conclave. Quando poi Giulio II si riprese, egli fu inviato come Legato pontificio a Bologna nell'ottobre 1511. Tale incarico fu svolto senza particolare impegno, almeno a giudizio di Giulio II.
Nel frattempo gli eserciti preparavano lo scontro. Giulio II, per contrastare i francesi di Luigi XII in Italia, costituì la Lega Santa, alla quale nel 1511 aderirono l'Inghilterra, il Sacro Romano Impero, la Spagna e la repubblica di Venezia. Lo scontro avvenne l'11 aprile 1512 nella sanguinosa battaglia di Ravenna, dove Giovanni de' Medici, che assisteva allo scontro, fu fatto prigioniero; i francesi, nonostante le numerose perdite, ebbero la meglio e si diressero verso Milano ma, sapendo che un esercito imperiale stava scendendo dalla Svizzera, furono costretti ad abbandonare la Lombardia; i francesi decisero di portare il cardinale de' Medici in Francia come ostaggio ma questi, durante l'attraversamento del fiume Po, riuscì a fuggire riparando a Ravenna.
Giulio II si rese conto che, per ostacolare i francesi in Italia, doveva ostacolare uno dei loro principali alleati in Italia, cioè la repubblica di Firenze e quindi favorire l'ascesa dei Medici, che erano stati costretti a fuggire dalla città dopo la morte di Lorenzo il Magnifico. Da qui la consegna di alcune truppe, al comando di Raimondo de Cardona, al cardinale de' Medici. Entrarono in Toscana e assediarono la città di Prato. Alla sua capitolazione seguì una tragica devastazione durata 21 giorni.
Il 14 settembre 1512 poté rientrare in Firenze senza spargimento di sangue, poiché la fazione medicea aveva ripreso il controllo del governo. Egli e il fratello Giuliano si prodigarono per sedare le tensioni e gli odi, tentando di rappacificare le fazioni. Ma in città lo spirito repubblicano era ancora molto forte,e fu scoperto un complotto contro i Medici, proprio nel momento in cui giungeva la notizia da Roma della morte di papa Giulio II (23 febbraio 1513).
Il conclave
Il cardinale, che non aveva grandi rivali, si portò subito a Roma per il conclave. Grazie all'abile segretario Bernardo Dovizi da Bibbiena, che riuscì a convincere molti cardinali elettori sull'opportunità di un Papa mediceo dallo spirito conciliante - che probabilmente, non avendo buona salute, sarebbe durato poco - l'11 marzo 1513 venne eletto Papa, dopo un conclave durato dal 4 al 9 marzo. Essendo solo diacono, fu prima ordinato sacerdote e vescovo il 13 marzo, poi fu incoronato in modo solenne - come mai s'era visto prima - a Roma il 19 marzo 1513.
Composizione del conclave
Il conclave era composto dai seguenti cardinali:
- Raffaele Sansoni Riario, vescovo di Ostia e Velletri, Decano del Sacro Collegio
- Domenico Grimani, vescovo di Porto e Santa Rufina, Sottodecano del Sacro Collegio
- Jaime Serra i Cau, vescovo di Albano
- Marco Vigerio della Rovere, vescovo di Palestrina
- Francesco Soderini, vescovo di Sabina
- Giovanni de' Medici (eletto Papa LEONE X)
- Alessandro Farnese sr.
- Luigi d'Aragona, amministratore diocesano di Aversa e Capaccio
- Tamàs Bakòcz, arcivescovo di Esztergom e patriarca titolare di Costantinopoli
- Marco Cornaro
- Francisco de Remolins
- Niccolò Fieschi
- Adriano di Castello, vescovo di Hereford e amministratore diocesano di Bath e Wells
- Robert Guibé, amministratore diocesano di Alby e Vannes
- Leonardo Grosso della Rovere, vescovo di Agen e Gran penitenziere di Santa Romana Chiesa
- Carlo Domenico del Carretto, arcivescovo di Tours
- Sigismondo Gonzaga
- Sisto Gara della Rovere, vescovo di Padova, amministratore diocesano di Benevento e Lucca, Vicecancelliere di Santa Romana Chiesa
- Christopher Bainbridge, arcivescovo di York
- Antonio Maria Ciocchi del Monte,amministratore diocesano di Pavia
- Pietro Accolti, vescovo di Ancona
- Achille Grassi, vescovo di Bologna
- Matthaeus Schiner, vescovo di Sion
- Bandinello Sauli, vescovo di Gerace
- Alfonso Petrucci, vescovo di Massa Marittima
Il pontificato
Questo Papa, raffinato e colto umanista in un'Europa che si stava avviando al fanatismo religioso e alle guerre di religione, inaugurate dalla contrapposizione alla Riforma protestante, è stato spesso criticato per le caratteristiche mondane del suo pontificato e per la mancanza di zelo riformista. Erasmo da Rotterdam gli dedicò la sua edizione critica del Nuovo Testamento greco.
In Deputazione toscana di storia patria (1859), si dice che il filosofo Marsilio Ficino (1433-1499), che praticava l'astrologia, gli aveva predetto il papato quando lui era solo un giovinetto.
Fondamentalmente i suoi obiettivi, emersi già all'inizio del pontificato, erano tre: raggiungere la pace con gli Stati stranieri evitando guerre, modernizzare lo Stato Pontificio e difendere gli interessi della sua famiglia medicea a Firenze.
Tra i primi atti vi fu la riapertura del Concilio Lateranense iniziato dal suo predecessore, risanando i contrasti che avrebbero portato a uno scisma. Inoltre richiese con un libello la liturgia in volgare e la traduzione della Bibbia; confutato poi dal Concilio di Trento che riconfermò il latino.
Nell'aprile 1513 aveva rinnovato la Lega Santa antifrancese, stipulata da Giulio II e nel giugno 1513 a Novara gli Svizzeri, guidati da Sforza, inflissero una pesante sconfitta ai francesi, conquistando il ducato di Milano. Questo favorì il ritorno di molti cardinali filofrancesi all'obbedienza pontificia. I cardinali Carvajal e Sanseverino fecero atto di sottomissione e, dopo di loro, quasi tutti i cardinali dissidenti.
La sua tendenza alla conciliazione emerse subito dopo l'elezione. Concesse il perdono ai cardinali che avevano aderito al "Conciliabolo di Pisa", dove si era tentato di eleggere un antipapa; perdonò Pompeo Colonna, che aveva tentato di provocare un'insurrezione popolare per stabilire una repubblica a Roma; perdonò i congiurati Boscoli e Capponi che avevano complottato contro di lui a Firenze, salvando la vita a Niccolò Machiavelli. In campo politico non ebbe una posizione ferma poiché, in base all'opportunità, si schierò dapprima contro la Francia, divenendone successivamente alleato, per poi passare apertamente contro l'Impero. All'interno riprese le abitudini nepotiste, creò cardinale il cugino Giuliano, che in futuro sarà Papa Clemente VII e il nipote Innocenzo Cybo.
Nel gennaio 1515 moriva il re francese Luigi XII, sostituito da Francesco I, uomo molto ambizioso che, avendo antenati tra la nobile famiglia dei Visconti, avanzava ancora più energicamente pretese di possesso del ducato milanese. Già a febbraio il Papa si attivò per stipulare un'altra Lega Santa anti-francese, che comprendeva: l'Imperatore, Milano, Genova e gli Svizzeri, mentre Venezia era alleata con la Francia. Tale patto però non fu ratificato, perché non tutti erano d'accordo sul fatto che Parma e Piacenza dovessero passare allo Stato Pontificio. Francesco I marciò verso Milano nel settembre 1515 e non trovò grande resistenza. Il 13 e 14 settembre, nella battaglia di Marignano, i francesi vinsero definitivamente le difese della Lega. Leone X, nonostante i suoi alleati fossero contrari, intraprese subito delle trattative che ebbero luogo a Bologna nel dicembre dello stesso anno. Si stipulò un concordato storico, perché portò al riconoscimento della Chiesa gallicana nella Chiesa cattolica e che durerà praticamente fino alla soppressione della Chiesa durante la Rivoluzione Francese.
Nel frattempo, il 9 settembre 1513, Leone X istituì la prima diocesi dell'America continentale, Santa Maria de la Antigua, a Panama.
Finita malamente la battaglia di Marignano, Leone X decise di punire il mancato appoggio promesso alla città di Urbino, governata da Francesco Maria I Della Rovere, il quale aveva ospitato la sua famiglia alla cacciata da Firenze. Questo non attenuò la decisione di spodestare Della Rovere da Urbino e mettervi un membro della famiglia Medici, cioè Lorenzo suo nipote, già Signore di Firenze.
A corto di fondi per le guerre contro la Francia e i grandi lavori edilizi in corso a Roma, Leone fece un accordo con l'arcivescovo Alberto di Hohenzollern in Germania, il quale avrebbe aiutato a proseguire l'opera di completamento della basilica di S.Pietro a Roma. Egli accettò da Alberto la somma di 10.000 ducati in cambio dell'arcivescovado di Magonza. Affinché Alberto potesse restituire la somma alla casa finanziaria di Jakob Fugger, da cui aveva ottenuto il prestito, il 31 marzo 1515 il Papa, con la bolla Sacrosancti Salvatoris et Redemptoris, gli diede il privilegio di dispensare un'indulgenza nei suoi territori per un periodo di otto anni. Metà del denaro ricevuto sarebbe stato versato al Papa e l'altra metà a Fugger come restituzione del prestito. Il 18 settembre 1520 - reiterando un provvedimento già emanato il 23 settembre 1515 ma rimasto lettera morta - eresse la diocesi di Sansepolcro, sottraendo così alla diocesi di Città di Castello i territori del dominio fiorentino, ormai egemonizzato dalla famiglia Medici.
Martin Lutero criticò Leone X per la vendita di indulgenze e la predicazione grossolana del frate domenicano Johann Tetzel, sottocommissario per la predicazione delle indulgenze dell'arcidiocesi di Magonza. Il 31 ottobre 1517 Lutero affisse le sue 95 Tesi sulle Indulgenze sul portone della chiesa di Wittenberg e la riforma protestante, con il suo furore religioso, fu il peggior colpo allo splendore umanistico della corte papale del rinascimento, di cui Leone fu uno dei maggiori esponenti.
Il 15 giugno 1520 Leone pubblicò la bolla Exsurge Domine, con la quale vennero condannate alcune delle tesi di Lutero e con la quale minacciò di scomunica Lutero se non avesse ritrattato entro 60 giorni le sue posizioni. Lutero ignorò la bolla e successivamente la bruciò nella piazza di Wittenberg. Il 3 gennaio 1521 Papa Leone X scomunicò Martin Lutero con la bolla Decet Romanum Pontificem. Nella primavera di quell'anno anche il re Enrico VIII d'Inghilterra prese posizione sul monaco tedesco con l'Assertio septem sacramentorum adversus Martinum Lutherum[1] che gli era valsa il titolo di Defensor fidei con una bolla pontificia dell'11 ottobre.
Il 1º dicembre dello stesso anno Leone X morì e fu sepolto nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva. Il suo monumento funebre, in marmo, è collocato nel coro di fronte a quello del cugino Clemente VII e fu realizzato, tra il 1536 e il 1541, da Antonio da Sangallo il Giovane, Bartolomeo Bandinelli e Raffaello da Montelupo.[2]
Concistori tenuti da Papa Leone X per la creazione di nuovi cardinali
Concistoro del 23 settembre 1513
- Lorenzo Pucci, vescovo di Melfi (m. 1531)
- Giulio de' Medici, cugino di Sua Santità, arcivescovo di Firenze (poi eletto Papa CLEMENTE VII nel 1523)
- Bernardo Dovizi da Bibbiena, tesoriere di Sua Santità (m. 1520)
- Innocenzo Cibo, nipote di Sua Santità, protonotario apostolico (m. 1550)
Concistoro del 10 settembre 1515
- Thomas Wolsey, arcivescovo di York (m. 1530)
Concistoro del 14 dicembre 1515
- Adrian Gouffier de Boissy, vescovo di Coutances (m. 1523)
Concistoro del 1º aprile 1517
- Antoine Bohier Du Prat, arcivescovo di Bourges (m. 1519)
- Guillaume III de Croy, vescovo di Cambrai (m. 1521)
Concistoro del 1º luglio 1517
- Francesco Conti, vescovo eletto di Conza (m. 1521)
- Giovanni Piccolomini, arcivescovo di Siena (m. 1537)
- Giovanni Domenico De Cupis, vescovo eletto di Trani (m. 1553)
- Niccolò Pandolfini, vescovo di Pistoia (m. 1518)
- Raffaele Petrucci, vescovo di Grosseto (m. 1522)
- Andrea Della Valle, vescovo di Mileto (m. 1534)
- Bonifacio Ferrero, vescovo di Ivrea (m. 1543)
- Giovanni Battista Pallavicino, vescovo di Cavaillon (m. 1524)
- Scaramuccia Trivulzio, vescovo di Como (m. 1527)
- Pompeo Colonna, vescovo di Rieti (m. 1532)
- Domenico Giacobazzi, vescovo di Nocera dei Pagani (m. 1528)
- Louis II de Bourbon de Vendome, vescovo di Laon (m. 1557)
- Lorenzo Campeggio, vescovo eletto di Feltre (m. 1539)
- Ferdinando Ponzetti, vescovo di Molfetta (m. 1527)
- Luigi de' Rossi, cugino di Sua Santità, protonotario apostolico (m. 1519)
- Silvio Passerini, protonotario apostolico, datario di Sua Santità e amministratore diocesano di Cortona (m. 1529)
- Francesco Armellini de' Medici, protonotario apostolico e chierico della Camera Apostolica (m. 1527)
- Adriaan Florenszoon Dedel, vescovo di Tortosa e governatore di Castiglia e Leòn (poi eletto Papa ADRIANO VI nel 1522)
- Tommaso de Vio, Superiore generale dell'Ordine dei Predicatori (m. 1534)
- Egidio di Viterbo, Superiore generale dell'Ordine degli Agostiniani (m. 1532)
- Cristoforo Numai, Superiore generale dell'Ordine dei Frati Minori Osservanti (m. 1528)
- Guillén-Ramòn de Vich y de Vallterra, protonotario apostolico (m. 1525)
- Franciotto Orsini (m. 1534)
- Paolo Emilio Cesi, protonotario apostolico (m. 1537)
- Alessandro Cesarini sr., protonotario apostolico (m. 1542)
- Giovanni Salviati, protonotario apostolico (m. 1553)
- Niccolò Ridolfi, protonotario apostolico (m. 1550)
- Ercole Rangone, protonotario apostolico (m. 1527)
- Agostino Trivulzio, protonotario apostolico (m. 1548)
- Francesco Pisani, protonotario apostolico (m. 1570)
- Afonso de Portugal, protonotario apostolico (m. 1540)
Concistoro del 24 marzo 1518
- Albrecht von Brandenburg, arcivescovo di Magdeburgo e Magonza (m. 1545)
Concistoro del 28 maggio 1518
- Jean de Lorraine, vescovo di Metz(m. 1550)
Concistoro del 9 agosto 1520
- Eberhard von der Mark, vescovo di Chartres (m. 1538)
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo | |
Genealogia episcopale
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B. Clun.
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Riario
- Papa Leone X
Successione degli incarichi
Predecessore: | Abate Commendatario di Montecassino | Successore: | |
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Giovanni d'Aragona | 1483 - 1513 | Eusebio Fontana |
Predecessore: | Abate Commendatario di Morimondo | Successore: | |
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Giovanni Giacomo Schiaffinato (1487) |
(1487-1495) | Giovanni Giacomo Schiaffinato (1495-1497) |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Domnica | Successore: | |
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Giovanni Battista Orsini | 1492-1513 | Giulio de' Medici |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Pesaro | Successore: | |
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Francesco Oricellai (vescovo) |
27 ottobre 1503 - 27 maggio 1504 | Francesco Riccardi (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale protodiacono | Successore: | |
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Raffaele Sansone Riario | 29 novembre 1503 - 9 marzo 1513 | Federico Sanseverino |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Amalfi | Successore: | |
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Robert Guibé | 9 dicembre 1510 - 9 marzo 1513 | Antonio Balestrieri (arcivescovo metropolita) |
Predecessore: | Signore di Firenze | Successore: | |
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Pier Soderini Gonfaloniere a vita |
1512-1513 | Giuliano Duca di Nemours |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Giulio II | 11 marzo 1513 - 1 dicembre 1521 | Papa Adriano VI |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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