Papa Sisto V
Sisto V Papa | |
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al secolo Felice Peretti | |
Anonimo pittore, Ritratto di papa Sisto V (ultimo quarto del XVI secolo), olio su tela | |
Età alla morte | 68 anni |
Nascita | Grottammare 13 dicembre 1521 |
Morte | Roma 27 agosto 1590 |
Sepoltura | Roma, Basilica di Santa Maria Maggiore |
Ordinazione presbiterale | 1547 |
Nominato vescovo | 5 novembre 1566 da Pio V |
Consacrazione vescovile | Napoli, 12 gennaio 1567 dal vescovo Antonio Lauro |
Creato Cardinale |
17 maggio 1570 da Pio V (vedi) |
Cardinale per | 20 anni, 3 mesi e 10 giorni |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
227° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
24 aprile 1585 Conclave del 1585 |
Consacrazione | 1º maggio 1585 |
Fine del pontificato |
27 agosto 1590 (per decesso) |
Durata del pontificato |
5 anni, 4 mesi e 3 giorni |
Predecessore | papa Gregorio XIII |
Successore | papa Urbano VII |
Extra | Papa Sisto V Anni di pontificato |
Cardinali | 33 creazioni in 8 concistori |
Proclamazioni | Santi |
Eventi | Nessun Giubileo indetto |
Collegamenti esterni | |
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Sisto V, al secolo Felice Peretti (Grottammare, 13 dicembre 1521; † Roma, 27 agosto 1590) è stato il 227º vescovo di Roma e papa italiano dal 1585 alla morte.
Biografia
Le origini e la carriera ecclesiastica
Nacque a Grottammare, nel Piceno, il 13 dicembre 1521 e visse un'infanzia caratterizzata dalle ristrettezze economiche. La sua famiglia era infatti originaria della Dalmazia e si era trasferita in Italia verso la metà del secolo precedente, per sfuggire alle devastazioni dell'invasione turca. All'età di nove anni entrò nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali a Montalto delle Marche, paese di origine della sua famiglia, cui restò legato per tutta la vita.
A dodici anni iniziò il noviziato in quello stesso monastero dove, come frate, c'era anche suo zio Salvatore. Compì gli studi a Montalto, Ferrara, Bologna e Siena e vi fu ordinato sacerdote nel 1547.
Diede presto prova di rara abilità sia come predicatore che nella dialettica. Nel 1552 si recò a Roma, dove fece le prediche quaresimali nella Basilica dei Santi XII Apostoli, riscuotendo molta impressione e guadagnandosi la stima di due futuri grandi e famosi personaggi: San Filippo Neri e Sant'Ignazio di Loyola; acquisì inoltre le simpatie di molti prelati influenti, tra cui il cardinale Rodolfo Pio di Carpi (1500-1564), protettore del suo ordine, il cardinale Michele Ghislieri, futuro papa Pio V e il cardinale Giovan Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV.
Fu inviato l'anno successivo a Venezia come consultore dell'Inquisizione, ma fu così severo e zelante nel compito affidatogli che il Governo veneziano chiese che fosse richiamato a Roma e questo avvenne effettivamente nel 1560. A Roma continuò a essere consulente del Sant'Uffizio e gli fu dato l'incarico di professore all'Università "La Sapienza" e di procuratore generale e vicario apostolico dei francescani conventuali, cioè del suo ordine religioso.
Nel 1565 venne associato alla legazione del cardinale Ugo Buoncompagni, futuro papa Gregorio XIII, che venne inviata in Spagna per investigare sull'accusa di eresia nei confronti dell'arcivescovo di Toledo, Carranza. La forte antipatia che sviluppò per il cardinale Buoncompagni esercitò una marcata influenza sugli eventi degli anni successivi.
Ritornò a Roma all'ascesa di Pio V, che lo nominò vicario apostolico del suo ordine e successivamente, nel 1570, cardinale, con il titolo di San Girolamo degli Schiavoni. Durante il pontificato di Gregorio XIII il cardinal Montalto, come veniva chiamato il Peretti, visse in ritiro, immergendosi nei libri e occupandosi della villa eretta da Domenico Fontana sull'Esquilino, che sovrastava le Terme di Diocleziano.
La prima parte di questa villa venne ampliata tra il 1575 e il 1580; la villa conteneva due residenze, il Palazzo Sistino o "di Termini" (delle Terme) e il casino, chiamato Palazzetto Montalto e Felice. Quasi tre secoli dopo (nel 1869), la decisione di costruire la pontificia stazione ferroviaria centrale sull'area in cui sorgeva la villa, segnò l'inizio della sua distruzione.
L'altro grande interesse del cardinal Montalto era per gli studi: uno dei suoi lavori fu un'edizione delle opere di Sant'Ambrogio, che completò durante il pontificato con l'ausilio del cardinale Bellarmino.
La fama di severità e sapienza, associata alla discrezione, contribuì non poco alla sua elezione al papato il 24 aprile 1585 e la storia secondo cui finse di essere malato e debole al conclave, allo scopo di ottenere dei voti, è frutto di pura invenzione. Uno dei fattori che favorirono la sua candidatura fu anzi il vigore fisico, che sembrava promettere un lungo pontificato.
Il conclave
Per approfondire, vedi la voce Conclave del 1585 |
Alla morte di Gregorio XIII fu indetto un conclave, che durò dal 21 al 24 aprile 1585.
Il pontificato
Fu un papa severo e autoritario; appena eletto cercò di eliminare il malcostume, la corruzione e il brigantaggio - che avevano raggiunto limiti non più tollerabili - anche per non favorire le critiche della Riforma protestante che vedeva, in una chiesa eccessivamente tollerante dei vizi e del malcostume, un motivo per vantarsi della riforma appena intrapresa.
Nello stesso tempo decise di modernizzare Roma e intraprese grandi lavori urbanistici. Non aveva particolare ammirazione per le opere dell'antichità classica: le colonne di Traiano e Marco Aurelio vennero usate come piedistalli per le statue di San Pietro e San Paolo; la Minerva del Campidoglio venne trasformata in "Roma Cristiana"; il Settizonio di Settimio Severo venne demolito per ricavarne materiale da costruzione.
Le condizioni in cui Gregorio XIII aveva lasciato gli stati ecclesiastici richiedevano misure pronte e decise. Contro la prevalente assenza di legge, Sisto procedette con grande severità: migliaia di briganti vennero portati davanti alla giustizia e molti furono condannati a morte; in breve tempo fu ristabilito l'ordine. Il Papa vietò di portare indosso armi di media e grossa taglia, relegò in ristrette zone la prostituzione di strada e vietò che le madri potessero far prostituire le figlie giovani.
Fu una scossa necessaria per il lassismo morale e il malcostume, che stavano ampiamente diffondendosi in tutti gli strati sociali. Il passo successivo di Sisto V fu quello di aggiustare le finanze: con la vendita di uffici, la fondazione di nuovi "Monti" e l'imposizione di nuove tasse, accumulò un ampio surplus, che venne accantonato per essere usato in determinate emergenze.
Somme immense furono utilizzate in opere pubbliche e ciò che Sisto V ottenne nel suo breve pontificato ha dell'incredibile; il completamento della cupola di San Pietro; la loggia di Sisto a San Giovanni in Laterano; la cappella del Presepe a Santa Maria Maggiore; le aggiunte e le riparazioni al Palazzo del Quirinale, al Laterano e al Vaticano; l'erezione di quattro obelischi, compreso quello in Piazza San Pietro; l'apertura di sei strade; il restauro dell'acquedotto di Settimio Severo ("Acqua Felice"); oltre a numerose vie e ponti, un tentativo di prosciugare le paludi pontine e l'incentivazione dell'agricoltura e della manifattura. Inoltre integrò Borgo (sino a quel tempo autonomo) come quattordicesimo rione della città di Roma.
Si deve a Sisto V il primo progetto di sistemazione urbanistica della città di Roma moderna: il Papa fece tracciare la nuova via che, attraversando le tre colline del Rione Monti, collegava Trinità dei Monti con San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme: la via Sistina, il cui percorso (Quattro Fontane al Quirinale, il Viminale, Santa Maria Maggiore all'Esquilino, fino al palazzo del Laterano) è contrassegnato da grandi obelischi egizi. Il successivo sistema amministrativo della Chiesa dovette molto a Sisto. Con la costituzione Immensa aeterni Dei, del 22 gennaio 1588, limitò il Collegio dei Cardinali a settanta; raddoppiò il numero delle Congregazioni, allargandone le funzioni e assegnando loro il ruolo principale nelle transazioni economiche.
Nel 1589 iniziò una revisione della Vulgata, la cosiddetta Editio Sixtina.
Nelle relazioni politiche si mostrò però poco determinato e sicuro. La situazione in cui si venne a trovare era imbarazzante: non poteva approvare i progetti dei principi eretici, eppure non diede fiducia a Filippo II di Spagna e vide con apprensione qualsiasi ampliamento del suo potere. Così, mentre scomunicò Enrico IV di Francia e contribuì alla Lega Cattolica e all'Armada spagnola, si scottò con l'alleanza forzata con Filippo, cercando una via d'uscita.
Le vittorie di Enrico IV e la prospettiva di una sua conversione al Cattolicesimo suscitarono le speranze del Papa e nella stessa misura determinarono Filippo II a stringere la presa sul suo ondeggiante alleato. I negoziati del Papa con i rappresentanti di Enrico evocarono un'amara e minacciosa protesta e una richiesta categorica per il mantenimento delle promesse fatte. Sisto cercò scampo nella fuga e temporeggiò fin quando la morte lo sollevò dalla necessità di prendere una decisione (27 agosto 1590).
Molti dei suoi sudditi criticarono apertamente le sue scelte in campo politico; ma i posteri lo riconoscono come uno dei più grandi Papi. Era impulsivo, ostinato, severo e autoritario, ma la sua mente era aperta e di larghe vedute. Si dedicò alle sue imprese con un'energia e una determinazione che lo portarono spesso al successo. Poche persone possono vantare imprese o risultati più grandi.
Concistori tenuti da Papa Sisto V per la creazione di nuovi cardinali
Concistoro del 13 maggio 1585
- (1) Alessandro Damasceni Peretti, pronipote di Sua Santità (m. 1623).
Concistoro del 18 dicembre 1585
- (2) Enrico Caetani, patriarca titolare di Alessandria (m. 1599);
- (3) György Draskovics, arcivescovo di Kalocza-Bacs (m. 1587);
- (4) Giovanni Battista Castrucci, arcivescovo di Chieti (m. 1595);
- (5) Federico Cornaro sr., vescovo di Padova (m. 1590);
- (6) Ippolito de' Rossi, vescovo di Pavia (m. 1591);
- (7) Domenico Pinelli, vescovo emerito di Fermo (m. 1611);
- (8) Decio Azzolini seniore, segretario particolare di Sua Santità, vescovo di Cervia (m. 1587);
- (9) Ippolito Aldobrandini sr., uditore della Sacra Rota e datario di Sua Santità, eletto Papa Clemente VIII nel 1592 (m. 3 marzo 1605).
Concistoro del 16 novembre 1586
- (10) Girolamo della Rovere, arcivescovo di Torino (m. 1592)
- (11) Philippe de Lénoncourt, consigliere reale di Francia, vescovo emerito di Auxerre (m. 1592);
- (12) Girolamo Bernerio, vescovo di Ascoli Piceno (m. 1611);
- (13) Antonio Maria Galli, vescovo di Perugia (m. 1620)
- (14) Costanzo Torri (m. 1595);
- (15) Girolamo Mattei, uditore della Camera Apostolica (m. 1603);
- (16) Benedetto Giustiniani, referendario e tesoriere generale di Sua Santità (m. 1621);
- (17) Ascanio Colonna, abate di Santa Sofia (m. 1608).
Concistoro del 7 agosto 1587
- (18) William Allen, protonotario apostolico (m. 1594).
Concistoro del 18 dicembre 1587
- (19) Scipione Gonzaga, patriarca titolare di Gerusalemme (m. 1593);
- (20) Antonmaria Sauli, arcivescovo di Arcidiocesi di Genova (m. 1623);
- (21) Giovanni Evangelista Pallotta, datario di Sua Santità, arcivescovo di Cosenza (m. 1620);
- (22) Pierre de Gondi, vescovo di Parigi (m. 1616);
- (23) Stefano Bonucci, vescovo di Arezzo (m. 1589);
- (24) Juan Hurtado de Mendoza, arcidiacono della cattedrale di Toledo (m. 1592);
- (25) Hughes de Loubenx de Verdalle, Gran maestro dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (m. 1595);
- (26) Federico Borromeo, camerlengo di Sua Santità (m. 1631).
Concistoro del 15 luglio 1588
- (27) Gianfrancesco Morosini, vescovo di Brescia (m. 1596).
Concistoro del 14 dicembre 1588
- (28) Agostino Cusani (1542-1598), protonotario apostolico, referendario dei Tribunali della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia, uditore generale presso la Camera Apostolica (m. 1598);
- (29) Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria, referendario dei Tribunali della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia (m. 1626).
Concistoro del 20 dicembre 1589
- (30) Mariano Pierbenedetti, vescovo di Martorano, governatore della città di Roma e Vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa (m. 1611);
- (31) Gregorio Petrocchini, priore generale dell'Ordine degli Eremiti Agostiniani (m. 1612);
- (32) Charles III de Lorraine-Vaudémont, vescovo eletto di Metz (m. 1607);
- (33) Guido Pepoli, tesoriere generale di Sua Santità (m. 1599).
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Vescovo Antonio Lauro
- Papa Sisto V
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo | |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Sant'Agata de' Goti | Successore: | |
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? | 1566-1571 | ? |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Girolamo dei Croati | Successore: | |
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Prospero Santacroce | 1570-1585 | Alessandro Damasceni Peretti |
Predecessore: | Vescovo di Fermo | Successore: | |
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Lorenzo Lenti | 1571-1585 | Domenico Pinelli |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Gregorio XIII | 24 aprile 1585 - 27 agosto 1590 | Papa Urbano VII |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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- Vicari generali dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali
- Vescovi di Sant'Agata de' Goti
- Cardinali presbiteri di San Girolamo dei Croati
- Vescovi di Fermo
- Presbiteri ordinati nel 1547
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1567
- Vescovi italiani del XVI secolo
- Vescovi del XVI secolo
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- Concistoro 17 maggio 1570
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- Cardinali creati da Sisto V